Dopo la pubblicazione di uno studio sulla possibile scomparsa di una parte dell’umanità da qui al 2100, Cyril Dion e Mélanie Laurent intraprendono un emozionante viaggio intorno al mondo per scoprire le conseguenze di questa catastrofe, ma soprattutto come evitarla. Partendo dagli esperimenti più riusciti in agricoltura, energia, architettura, economia e istruzione, i due immaginano un nuovo futuro. Il risultato è una spinta, sorprendente e contagiosa, al cambiamento, a partire già da domani.
Complice la contestata candidatura italiana all’Oscar di Fuocoammare di Gianfranco Rosi, si parla ancora molto della nuova via al linguaggio cinematografico documentario. Esistono ancora, tuttavia, dei film che, dal punto di vista formale ed espressivo, non hanno un gran che da dire, ma che trattano questioni che legittimano, paradossalmente la loro didascalicità e il tratto esplicativo-pedagogico particolarmente sviluppato.
Domani è uno di questi film, un film che, se vogliamo, assomiglia a un lungo servizio televisivo, che non ci prova nemmeno a lavorare sulla forma, perché tutto quello che gli interessa è veicolare nella maniera più immediata, diretta e chiara possibile un contenuto. Cinque capitoli (agricoltura, energia, economia, democrazia, istruzione) per parlare con chiarezza di tutte quelle strategie già attuate in diverse parti del mondo per riequilibrare la biosfera, superare le crisi economiche, livellare le ineguaglianze, rispettare l’ambiente, tornando a essere legati a esso.
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