Andreco
autore 

Landmark 
titolo

2015
data 

ferro e pietre rampicanti  
materiali

Una scultura in ferro di quasi sette metri, un’opera simbolo per l’ambiente e il territorio. Una forma che ricorda la geologia e le forme naturali come le rocce e i minerali, progettata per essere «invasa» e attraversata da piante rampicanti (la vitis vinifera, i kiwi e la clematis montana) in sinergia con le altre piante presenti nell’orto. Un landmark che vuole contribuire all’identità del progetto che coinvolge le Serre dei Giardini Margherita. La natura, il paesaggio non sono solo soggetti rappresentati, ma parte integrante di una riflessione ecologica e politica.

Michele Liparesi
autore

Reno 
titolo

2020
data

rete metallica zincata
materiali

All’inizio degli anni Ottanta l’ultimo leone lascia la gabbia dei Giardini Margherita e il piccolo zoo bolognese viene smantellato. Il titolo dell’opera prende il nome da uno dei due primi cuccioli di leoni che furono regalati, nel 1938, da alcuni reduci dalla spedizione coloniale di Etiopia. Pensata e realizzata come «ricordo del passato», l’opera di Michele Liparesi è una scultura figurativa fortemente evocativa, che appare come «involucro», come una sintesi digitale di animali a grandezza naturale. L’opera vuole suscitare in chi la osserva un senso di libertà e leggerezza.

Simone Bellotti
autore

Armilla
titolo

2020
data

tubolari di ferro
materiali

Armilla è una delle Città Invisibili descritte da Italo Calvino. Un dedalo di tubature d’acqua che svettano e s’intersecano; principio di una costruzione o resti di un cataclisma? E se nell’Armilla originale è rimasta l’acqua ed è scomparsa la città, questa opera vuole evocare la dinamica opposta: Bologna che, con i suoi canali sotterranei, ha nascosto l’acqua per costruirci sopra una città.

Simone Bellotti
autore

L’alba dell’uomo
titolo 

2001
data

ferro recuperato
materiali

Con questo complesso scultoreo scopriamo una versione degli ominidi in procinto di evolversi, del film 2001 Odissea nello spazio di Kubrick. La metafora dell’origine dell’uomo viene ripensata con gli scarti della sua tecnologia, attivando un confronto fra una tradizione che lavora al suo rinnovamento e un’avanguardia che riassembla i rifiuti del reale.

Simone Bellotti
autore

Cavallo
titolo

2008
data

ferro recuperato
materiali

Primo di una serie, il Cavallo è una riflessione sui vuoti della materia e la funzione organica degli spazi: la differenza la fa il contesto in cui vive l’opera, la natura che interviene a riempire i vuoti. «L’arte è ordine e disciplina. Il terzo elemento, raro, che concorre con i primi due è il silenzio. Il silenzio presta attenzione, poi agisce.»

Laura Zizzi
autore

Beware cassowary
titolo

2019
data

gres, ferro e ottone
materiali

L’opera celebra la figura di Ulisse Aldrovandi (‪1522-1605‬), medico e naturalista bolognese che descrisse il «casuario» come un uccello simile a uno struzzo, diffuso nelle foreste dell’Australia e dell’arcipelago della Papuasia (Ornithologiae). Zizzi lo colloca in una gabbia, spazio, anche mentale, dentro il quale rinserrare ciò che si ritiene pericoloso. Il casuario, tuttavia, se non viene attaccato è innocuo e svolge un ruolo significativo all’interno del suo ambiente naturale. Tali qualità, non emergono nell’opera della scultrice, la quale ha voluto rappresentare la visione superficiale dell’uomo rispetto alle cose che non conosce.

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