The Age of Stupid

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03.07.17
03.07lunedì
Architexture

Torna per il secondo anno ARCHITEXTURE | Visioni tra Design e Architettura  la rassegna a cura dell’Ordine degli Architetti di Bologna e Kilowatt, dedicata al mondo del design e dell’architettura. Il tema di questo primo appuntamento è la sostenibilità.

Programma della serata:

Ore 20.15 – registrazione CFP per architetti:La partecipazione ad ogni singolo incontro prevede il riconoscimento di CFP per gli architetti. Per ulteriori informazioni: http://www.archibo.it/ 

Ore 20.45 – inizio serata: intervento di Cristiano Bottone

Ore 21.30 – inizio proiezione. Tutte le proiezioni in lingua originale sottotitolate in italiano.

L’INTERVENTO

Cristiano Bottone, cofondatore Transition Italia. Classe ’67, nel 2008 fonda assieme ad un gruppo di cittadini la prima Iniziativa di Transizione italiana a Monteveglio (in provincia di Bologna). Contemporaneamente dà vita, assieme ad un altro gruppo di sperimentatori a livello nazionale, a Transition Italia che oggi l’hub nazionale del movimento. Ancora non sa se la Transizione sia davvero la via per risolvere gli enormi problemi che abbiamo creato, ma sperimentarla è una delle cose più interessanti e divertenti che gli siano mai capitate. Il suo intervento, dal titolo Mentre eravamo distratti, rifletterà su come siamo arrivati a mettere in crisi ogni sistema che sostiene la nostra civiltà, ma soprattutto, come potremmo venirne fuori… magari tutti più felici.

 

IL FILM

The Age of Stupid 
(UK / 2009, 92′) di Franny Armstrong

L’umanità si è sempre posta delle domande su cosa riserveranno i tempi futuri e quanto il pianeta Terra risentirà della presenza “umana”. Dubbi e inquietudine aumentano nel momento in cui si prospettano scenari tutt’altro che rosei e che si preannunciano come visioni da un futuro potenzialmente post-apocalittico.

Tale intento è quello che prova a delineare il film The Age of Stupid (UK, 2009, 92′), di Franny Armstrong. La prospettiva di questo docu-drama è però capovolta: le visioni sono quelle del passato, analizzate da un “archivista”del futuro, interpretato da Pete Postlethwaite (attore che ha recitato in lungometraggi quali Nel nome del padre e I soliti sospetti). Nell’anno 2055, il pianeta è ormai destinato a scomparire nell’agonia, ed il nostro protagonista, anatomizzando filmati visivi dell’anno 2008, riflette su come l’umanità possa aver potuto trascinare il globo sull’orlo della catastrofe. Mediante questi documenti, rappresentanti l’intero sapere del mondo passato, dove sono mescolati sapientemente interviste reali e sequenze di filmati animati, la riflessione è focalizzata su tutti quegli accadimenti che hanno “distrutto” il nostro corpo celeste. Basterebbe citare il riscaldamento globale, o lo scioglimento allarmante dei ghiacciai di anno in anno; la guerra, strettamente collegata agli interessi delle grandi potenze economiche e indissolubilmente correlata all’industria del petrolio ed ai suoi esiti nefasti; o, infine, alla mancata promozione di energie rinnovabili “pulite” e rinnovabili per l’uso sconsiderato di energie inquinanti in termine di salute e ambiente. Il ritratto delineato è piuttosto preoccupante, e richiede ponderazione su come, nel giro di qualche decennio le previsioni esposte in un futuro prossimo rischiano di avverarsi. L’estrema sintesi è data da uno dei laconici messaggi lanciati dall’archivista: “Non saremmo di certo la prima specie che provoca la propria estinzione, ma ciò che lo renderebbe unico sarebbe averlo fatto consapevolmente”. Alla fine di questa visione il quesito che dobbiamo porci è: cosa possiamo fare per evitare tutto questo? 

 

Qui l’evento Facebook.

Tutti gli appuntamenti di ARCHITEXTURE: 3 luglio10 luglio, 17 luglio, 24 luglio e 31 luglio.

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